di Mirella Dosi
Un’edizione da sogno quella degli Europei di atletica leggera Roma 2024. Grazie anche alla Nazionale italiana che dal primo giorno ha dominato il medagliere facendo vivere agli spettatori dell’Olimpico notti magiche.
Ventiquattro medaglie. Il doppio del precedente record risalente a Spalato 1990. Ventiquattro medaglie che nessuno aveva preventivato alla vigilia, ma dopo le Olimpiadi di Tokyo è tutto possibile.
11 d’oro: Jacobs (100m), Simonelli (110 hs), Crippa (mezza maratona e mezza maratona a squadre), Tamberi (salto in alto), Fabbri (lancio del peso), Battocletti (5.000m), Battocletti (10.000 m), Palmisano (20 km marcia), Fantini (martello), Melluzzo, Jacobs, Patta, Tortu, (4×100 m)
9 d’argento: Ali (100 m), Tortu (200 m), Sibilio (400 hs), Riva (mezza maratona), Furlani (salto in lungo), Sito, Aceti, Meli, Scotti (4×400), Trapletti (20 km marcia), Iapichino (salto in lungo donne), Sito, Polinari, Scotti, Mangione (4×400 mista)
4 di bronzo: Tecuceanu (800), Arese (1.500m), Fortunato (20 km marcia), Dosso (100 m).
Tanti i momenti che non dimenticheremo di questa settimana di sport ad altissimo livello.
Il Presidente Mattarella – in tribuna per due giorni di fila – che applaude soddisfatto per la pioggia di medaglie.
Il capitano, Gimbo Tamberi, che rischia di uscire a 2,29m e poi vola fino a 2,37 siglando il record dei campionati con le scarpe piene di molle: “Quest’anno se oltre alla medaglia non fai anche un record non sei nessuno”, scherza prima del meritato giro trionfale avvolto nel tricolore scortato dai compagni di gara Manuel Lando e Stefano Sottile.
La 4×100 maschile che corre fino sul gradino piu’ alto del podio trascinata dal tifo sfrenato del pubblico di Roma: “Il sostegno del pubblico l’ho sentito tanto, a tal punto che avevo paura di non sentire Patta durante il cambio”, racconta Tortu che con questa ennesima vittoria della staffetta sembra aver dimenticato la “delusione” per l’argento nei 200m. “Mi sono guardato intorno ed è andato tutto nel verso giusto”.
La Iapichino che all’ultimo salto agguanta il podio e a sorpresa mamma Fiona le mette la medaglia al collo: “Essere premiata da lei è stato qualcosa di eccezionale. La ciliegina sulla torta in una serata da favola. L’ho vista commossa e le ho detto, non iniziare a piangere altrimenti crollo anche io”.
E poi Lorenzo Simonelli, nella sua Roma, davanti alla sua curva, ferma il cronometro a 13’’05 nei 110hs siglando il nuovo primato italiano, la miglior prestazione europea dell’anno, seconda al mondo solo al 13″03 di un certo Holloway. Bandiera italiana al collo, in testa il cappello di paglia del suo personaggio manga preferito, non sta più nella pelle: “Dopo Tokyo mi sono detto: voglio anch’io arrivare in cima al mondo”. Per ora, 22 anni appena compiuti, è in cima all’Europa.
La rivelazione? Luca Sito, ventunenne milanese, che trascina da leader le staffette sul podio (4×400 mista e 4x400m), sigla il nuovo record italiano dei 400m e nella finalissima della gara individuale cede negli ultimi metri per stanchezza portando a casa “solo” un 5 posto: “Ero al quarto 400 in 4 giorni. Ho le gambe a pezzi, salire le scale dello stadio è stato un parto. Ma è un quinto posto che porterò con onore a casa”.
E poi tanti nuovi record italiani e primati personali. Talmente tanti che è impossibile elencarli. Su tutti, il record del mondo U20 di Mattia Furlani nel lungo. Segno che gli azzurri, dal primo all’ultimo, stanno lavorando bene. E ai Giochi Olimpici di Parigi, al via per l’atletica il 1° agosto, non si accontenteranno di partecipare, ma vorranno esserne protagonisti. “Questa Italia non è più solo figlia della ‘Generazione Tokyo’: abbiamo una new wave azzurra, con un’età media molto giovane per il quale bisogna ringraziare tutto lo staff che lavora con le squadre under”, dice soddisfatto il direttore tecnico Antonio La Torre che alla vigilia degli Europei sperava di chiudere l’Europeo con 15 medaglie.