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Federica Fioroni: La figura di Valerio Zurlini regista sottovalutato e dimenticato

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di Paolo Paolacci

 

Federica Fioroni, ricercatrice indipendente (attualmente docente al liceo), con “Malinconia senza rimedio. Vita e cinema di Valerio Zurlini”, per MImesis Edizioni e con la prefazione di Marco Bertozzi, analizza tre film del regista  tra cui “La prima notte di quiete”. 

“Alain Delon sbarca a Rimini come una star e i riminesi (e soprattutto le riminesi) impazziscono”, ci dice nell’intervista. Nel film Alain Delon è il professor Daniele Dominici che, in una Rimini volutamente grigia e malinconica, s’innamora di una studentessa… 

L’obiettivo di far conoscere meglio l’intermedialità culturale di Valerio Zurlini ci sembra riuscito. Prego. Può essere una scoperta.

Federica come è nata l’idea di questo libro?

“L’idea è nata nell’ambito di un dottorato di ricerca conclusosi nel 2012, in cui mi sono occupata tra le altre cose anche di cinema. Mi sono detta: perché non dedicarmi a Valerio Zurlini, regista ingiustamente sottovalutato e dimenticato? L’idea si è rafforzata nel momento in cui mi sono trasferita a Rimini, divenendo io stessa in un certo senso un personaggio zurliniano”.

Quanto tempo ti ha preso e quali sono le parti che ti hanno impegnata più a lungo?

“Il lavoro di ricerca e di scrittura mi ha impegnato circa due anni. È stata molto laboriosa la raccolta dei vari materiali (video, testimonianze scritte, testimonianze orali ecc.); la parte del libro a cui mi sono dedicata maggiormente è la trilogia della Romagna, nella convinzione che essa costituisca la parte migliore della filmografia del regista”.

Alain Delon nel 1972 era un divo a tutti gli effetti. Parlaci della sua presenza nel film La prima notte di quiete e in che ruolo è presente oltre che di attore.

“Alain Delon sbarca a Rimini come una star e i riminesi (e soprattutto le riminesi) impazziscono. Delon a Rimini si comporta da divo e ha capricci da divo, a causa dei quali i rapporti con Zurlini si deteriorano. Delon inoltre non è un semplice attore, ma è anche il co-produttore cioè il capo di Zurlini e questo determinerà un ulteriore elemento di attrito”.

Chi era Valerio Zurlini e perché probabilmente non è esploso come altri registi?

“Zurlini è una figura dimenticata nel panorama cinematografico italiano, che solo di recente ha attirato di nuovo l’interesse della critica. Si tratta in parte di una scelta voluta: Zurlini rifiuta il compromesso (vuole girare solo film in cui crede) e questo lo mette in contrasto con i produttori e con le strutture industriali del cinema”.

Qual è stata la sua caratteristica migliore nel suo fare cinema?

“La caratteristica migliore di Zurlini è la sua profonda cultura che rende il suo cinema estremamente raffinato e in un certo senso intermediale (una stretta connessione tra cinema, arte e letteratura)”.

In questo libro parli dei tre film “Estate violenta” (1959), “La ragazza con la valigia” (1961), “La prima notte di quiete” (1972), ma quali altri film ha fatto?

“Zurlini non ha girato solo la trilogia della Romagna ma ha girato altri 5 film, di tono assai disparato: si va da una commedia fresca e un po’ malinconica (‘Le Ragazze di San Frediano’), al rapporto drammatico e intenso tra due fratelli (‘Cronaca familiare’), ai temi “politici” e di scottante attualità (‘Le soldatesse’, ‘Seduto alla sua destra’), sino a una meditazione metafisica sul tempo e sulla morte (‘Il deserto dei Tartar’i)”.

Ha prodotto altro, Zurlini, oltre ai film?

“Ha prodotto anche tredici documentari, tutti estremamente raffinati ed interessanti”.

La prima notte di quiete sembra perfetta per Dominici-Delon, tu che ne pensi di lui e del  giovanissimo Giancarlo Giannini?

“Dominici e Spider sono figure complesse, a tutto tondo, scandagliate nelle loro contraddizioni, come quelle di tutto il cinema di Zurlini. Delon e Giannini si mostrano estremamente versatili e in grado di rendere la profondità dei due personaggi”.

Quanto conta per Zurlini la bellezza nella vita non in senso personale ma quella che esiste e si cerca nella vita?

“La bellezza è fondamentale. Zurlini l’ha sempre perseguita, nei suoi film e nella sua vita; questo l’ha portato anche a una grande malinconia nel momento in cui questo anelito alla bellezza si è scontrato con le difficoltà oggettive dell’industria cinematografica”.

Ci dai qualche suggerimento per acquistare il tuo libro e una considerazione finale per chiudere. 

“Il mio libro è ordinabile in libreria o acquistabile on line. Mi sono accostata a questo regista con un grande rispetto, sono entrata per così dire in punta di piedi nella sua anima, apprendendo a credere profondamente in quella che lui chiama la sacralità del cinema: il cinema – e così l’arte e la letteratura – sono una cosa seria, che ci aiuta a vivere”.

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