di Mirella Dosi
È uscito in tutte le librerie e store digitali La Strega di Dan, pulp noir del talentuoso duo Eva Simon e Jay Malina. Frutto di una sinergia creativa fin dalla sua concezione, “La Strega di Dan” è un’opera a quattro mani che promette di scuotere i lettori con la sua narrazione avvincente e anticonvenzionale.
Anni ’80: a Dan, anonima cittadina della periferia americana, qualcuno colleziona amanti e conserva in una galleria segreta i quadri che le ritraggono nude. A Dan ci sono donne prive di morale che si dice siano in grado di soddisfare ogni loro desiderio, anche il più immorale. Quando le strade di queste persone si incontrano, a Dan la gente inizia a morire. Sarà lo sceriffo Piet a dover trovare una risposta al perché di quelle morti. Forse è colpa di un quadro, forse di una donna che ha qualcosa da nascondere. O forse la verità è che le streghe, da Dan, non se ne sono mai andate.
Gli autori immaginano per la loro storia un futuro trasformativo in fumetto o pellicola cinematografica, grazie alla sua natura pulp e alla sua audace scorrettezza. Il romanzo, infatti, sovverte con irriverenza i tradizionali paradigmi sociali, dando voce e potere a figure femminili forti e ribaltando gli stereotipi di genere. Fabjana ed Ellen sono le protagoniste di una storia di rivalsa del mondo femminile nei confronti del patriarcato, concepita come un moderno e provocatorio manifesto femminista.
La Strega di Dan affonda le sue radici nell’opera Reverie II di Robert McGinnis, celebre per i poster iconici della saga di James Bond. L’influenza visiva è palpabile, tanto che il libro è sviluppato con una dinamicità che ricorda un fumetto, omaggiato anche dalla presenza di un personaggio di nome McGinnis.
Già insignito del prestigioso Premio Garfagnana in Giallo – Barga Noir 2023 – per la sezione inediti, La Strega di Dan trascina il lettore in un’atmosfera torbida e incalzante.
Ad impreziosire l’opera, la prefazione curata da un nome d’eccezione: Paolo Di Orazio, affermato scrittore, fumettista e batterista del celebre gruppo rock demenziale Latte & i Suoi Derivati.
Come è nata l’idea di scrivere a quattro mani?
Eva: “Ispirata dalla figura femminile raffigurata in Reverie II, ho creato un racconto intitolato La strega di Dan. La storia era popolata da una serie di personaggi che si ritrovano anche nel romanzo, tra cui anche un pittore, che non a caso si chiama McGinnis. Ho inviato il racconto ad uno scrittore per una revisione ed è così che è nata la collaborazione con Jay. Abbiamo deciso di scrivere come se fosse un fumetto. Jay si è occupato della struttura e dell’evoluzione delle varie scene, mentre io, mi sono concentrata sulla caratterizzazione della scrittura, curando lo stile, il registro e il ritmo. Ci siamo trovati perfettamente in accordo su tutto, anche perché i ruoli erano ben distinti e precisi. Questa sinergia ha permesso di sviluppare La Strega di Dan in modo fluido e coerente, combinando le nostre competenze per creare una storia avvincente e ben strutturata. A fasi alterne, siamo stati entrambi critici ed entusiasti, ma mai pessimisti. Siamo convinti che La Strega di Dan abbia un ottimo potenziale per diventare un fumetto, per approdare all’estero e, perché no, anche per arrivare al grande schermo”.
Il romanzo gioca con gli stereotipi di genere e con i paradigmi sociali. Qual è stata la vostra motivazione principale nel voler sovvertire queste convenzioni, e quali sono state le maggiori sfide nel farlo?
Jay: “E’ facile partire da personaggi stereotipati, che tutti sono in grado di riconoscere, dare loro etichette e identità che collimano con l’dea preconcetta che abbiamo di chi non si conosce. Il lettore, in questo modo, cammina su un terreno solido, procedendo con la lettura. A noi, questo non interessava, anzi, ci piaceva e allettava l’idea di capovolgere la realtà, caratterizzando i personaggi femminili con le stesse peculiarità negative che hanno gli uomini, soprattutto quelli che approfittano del potere di cui dispongono per soddisfare i propri vizi e capricci. Siamo nel XXI secolo, eppure il ruolo delle donne rimane ancora marginale, secondario, di contorno e, come troppo spesso accade, anche quando sono vittime di violenza, sia essa fisica o psicologica, e di soprusi e vessazioni, c’è sempre qualcuno pronto a dire che se la sono cercata. Tutto questo è profondamente sbagliato. Noi abbiamo rovesciato il paradigma della superiorità maschile. Parafrasando Shylock ne “Il mercante di Venezia”, La stessa malvagità che voi (uomini) ci insegnate sarà da noi praticata, e non sarà certo difficile che si riesca persino ad andare oltre l’insegnamento. La vera sfida sarà con chi leggerà il nostro romanzo. Speriamo che riesca a capire che quando giochiamo con i ruoli in realtà stiamo facendo un atto di denuncia. Ci piace pensare di aver realizzato, senza troppo prenderci sul serio, il moderno manifesto dell’identità femminista”.
La musica gioca un ruolo fondamentale nel romanzo. Come avete scelto i brani e quale impatto pensate che abbiano sull’esperienza di lettura?
Jay: “La scelta dei brani è stata un processo molto intuitivo e personale. Eva ha associato a ogni scena del romanzo una specifica atmosfera musicale che potesse amplificare le emozioni e le immagini descritte. In pratica è venuto quasi naturale adattare i brani scelti al tono e al ritmo delle scene. Crediamo che la musica abbia un impatto significativo sull’esperienza della lettura, poiché aiuta a immergersi completamente nella storia, creando un’esperienza che rende le scene ancora più vivide e coinvolgenti”.
Vi piacerebbe vedere “La Strega di Dan” adattato per il cinema o in fumetto?
(Eva): “Ci piacerebbe moltissimo. Per quanto riguarda il cinema, immaginiamo attori come Eva Green nel ruolo della protagonista, grazie alla sua capacità di incarnare personaggi complessi e misteriosi. Per il fumetto, potendo puntare in alto, ci piacerebbe che le tavole fossero realizzate da Frank Miller, noto per il suo stile unico e la sua capacità di creare atmosfere oscure e affascinanti. Le sue illustrazioni potrebbero davvero dare vita alla città immaginaria di Dan e ai suoi abitanti in modo straordinario. Del resto, le atmosfere di Sin City sono simili a quelle de “La strega di Dan”. Se poi, in Italia, trovassimo un fumettista che ricalca lo stile di Hugo Pratt o Sergio Toppi, saremmo felicissimi”.
In che modo le vostre personalità hanno arricchito il processo creativo e il risultato finale del romanzo?
Eva: “Hanno giocato un ruolo fondamentale nel processo creativo e nel risultato finale del romanzo. Jay ha portato una prospettiva critica e analitica, assicurandosi che ogni dettaglio fosse ben ponderato. La sua capacità di vedere le cose da un’angolazione diversa ha arricchito la struttura rendendola profonda e complessa”.
Jay: “Potevamo annichilirci o entrare in sincronia e crescere. “La strega di Dan” ha tirato fuori e sommato il meglio di noi”.