Carlo Morriello: “Oltre l’ombra dei colori” il romanzo di un’anima in trasformazione

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di Francesca Ghezzani

Carlo Morriello, docente di lettere napoletano di nascita e trevigiano di adozione, è in libreria con il romanzo d’esordio Oltre l’ombra dei colori, pubblicato con la casa editrice Bookabook.

Già autore di racconti in passato, Morriello ha impiegato tre anni nella stesura di questa storia a tema artistico/psicologico ambientata nella Napoli di fine Ottocento e incentrata sulla figura di Michele Castaldo, giovane pittore in cerca di una svolta nella sua carriera la cui identità viene messa in discussione nel corso della narrazione proprio attraverso alcune opere pittoriche che sarà chiamato a realizzare.

L’artista ha da poco perso sua madre quando gli viene affidato un prestigioso incarico: realizzare un affresco nel monastero di Santa Chiara in sole tre settimane. Questa commissione segnerà l’inizio di una serie di eventi inaspettati, tra superstizioni su artisti che hanno perso il senno e intrighi che superano ogni sua immaginazione.

Carlo, cosa ti ha spinto a scegliere proprio questa epoca e questa città per raccontare la storia di Michele Castaldo?

“Per buona parte del XIX secolo Napoli vive il cosiddetto Risanamento, ossia un grande intervento urbanistico che “ridisegna” in modo radicale buona parte dei quartieri storici della città. Molti degli interventi più incisivi furono attuati verso la fine del secolo, in particolare dopo la grande epidemia di colera del 1884. Ecco, nel mio romanzo, ambientato nel 1892, Napoli non fa da semplice sfondo alla vicenda, ma con i suoi palazzi, le sue chiese, i suoi vicoli, la sua inesorabile trasformazione ne diviene coprotagonista. Tra la città partenopea e Michele Castaldo, il protagonista della vicenda, si crea una sorta di legame, di fil rouge: come il protagonista va cioè incontro a un profondo cambiamento nella sua vita, così la stessa città va incontro a una trasformazione unica, epocale, e non solo nell’aspetto urbanistico, ma sicuramente anche ‘nell’anima’”.

Michele è un pittore in cerca di affermazione, ma anche di sé stesso. Quanto c’è di te in questo personaggio e nel suo percorso interiore?

“I personaggi di un romanzo credo che, a volte, siano più o meno proiezioni dell’autore stesso, in ognuno di essi c’è in sostanza lo “zampino” della sua personalità. Il protagonista Michele, giovane e modesto pittore ventisettenne, è in cerca di una svolta professionale in grado di cambiargli la vita. Egli ha con sé non solo i grandi sogni dei giovani, ma anche il desiderio di lottare per realizzarli e non arrendersi alle prime difficoltà. Egli inoltre nutre la speranza che – lavorando in un certo modo – il suo futuro non può che essere migliore. Altro aspetto che lo contraddistingue è la curiosità, il voler sapere ciò che si agita in lui, ciò che avviene intorno a lui e che sembra dare nuovo significato al suo passato alla sua vita. Non gli manca neanche un pizzico di caparbietà. Ecco, queste sono tutte dimensioni che, nel bene e nel male mi appartengono. Non dimentico, infine, neanche il rapporto che egli ha con l’amore: per quanto egli cerchi di voltarsi altrove, sa che deve fare i conti con dei sentimenti che credeva “finiti”. Non vuole ammetterlo neanche a sé stesso, ma sa, “sente” che sono per lui ancora di vitale importanza”.

Hai raccontato che l’ispirazione iniziale è nata da una visione improvvisa, quasi onirica, di un personaggio. Puoi svelarci qualcosa in più di quell’episodio e del modo in cui la storia ha preso forma da lì?

“Sì, vero, è stata una sorta di visione improvvisa. In sostanza da settimane stavo cercando la materia per il mio romanzo, ma l’ispirazione non arrivava. Stavo a un certo punto abbandonando tutto, quando una sera, non ricordo di preciso cosa stessi facendo, affiorò in me l’immagine di un personaggio. Non riuscivo a vederlo in volto, sembrava il personaggio di un’altra epoca, lontana e vicina al tempo stesso, e sembrava intento ad allontanarsi da me utilizzando una tromba di scale. Riuscivo a intravederne appena l’abito nero, forse coperto da un mantello che quasi svolazzava alle sue spalle. Ho dovuto scavare tanto dentro di me per afferrare letteralmente il significato di quell’immagine e alla fine mi ha ispirato uno dei personaggi principali del romanzo. Sembra strano, ma la storia è andata in un primo tempo costruendosi intorno a un personaggio diverso dal protagonista; tuttavia, questo personaggio mi ha poi “rivelato” il protagonista, l’obiettivo di questi, i sogni, i progetti, la sfida che la vita gli poneva davanti e che lo avrebbe “portato” là dove non si sarebbe mai immaginato andare”.

Il romanzo tocca anche temi psicologici profondi, legati al lutto, alla memoria e all’identità. Qual è, secondo te, il cuore tematico della tua opera?

“Il cuore tematico dell’opera credo che comprenda tutti questi temi, li unisce e tenta letteralmente di andare oltre. Comunque, penso che il cuore tematico dell’opera sia il “legame” che si instaura tra le persone, ossia quel legame che non solo unisce due o più persone, ma anche che le trasforma nel profondo, costruendo insieme memoria e identità nelle quali, e attraverso le quali, riconoscersi. Ecco, il cuore tematico di Oltre l’ombra dei colori credo sia proprio in questo legame profondo che si crea tra le persone e che, in alcuni casi, può addirittura superare la barriera che separa la vita dalla morte”.

“Oltre l’ombra dei colori” ha avuto una gestazione lunga, eppure è riuscito a imporsi, arrivando tra i finalisti del concorso “Io scrittore”. Cosa ha significato per te questa pubblicazione e quali sono i tuoi progetti futuri?

“Nel 2000 ho pubblicato una piccola raccolta di racconti ma non ho mai visto quell’opera come un’opera di esordio. Con questo romanzo, invece, è tutto diverso. ‘Oltre l’ombra dei colori’ è un’opera alla quale ho lavorato per molto tempo e nella quale ho “riversato” tanto di me stesso; è un’opera in cui credo perché si presta a diverse chiavi di lettura e interpretazione. Spero di non esagerare nell’affermare che è un’opera che negli anni, prima di arrivare alla pubblicazione, ha conosciuto diverse fasi di riscrittura, oserei dire un progressivo affinamento. Progetti futuri? Sarei tentato di dar vita al seguito del romanzo. Già qualche lettore me lo chiede. Vedremo… Anche perché non nascondo che questa ipotesi viene spesso a tormentarmi.  In concreto però ora ho una bozza per un secondo romanzo, diverso per genere e contenuti rispetto a ‘Oltre l’ombra dei colori’. È una storia che analizza le emozioni e i sentimenti più profondi che sono in grado non solo di trasformare chi li vive, ma anche di proiettarlo in una dimensione che sfida il tempo”.

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