di Marisa Iacopino
Creazioni di carta per entrare in contatto con la sacralità delle cose; istallazioni fluttuanti dentro le quali immergersi emozionalmente. Ayumi Shibata, artista giapponese, guida lo spettatore nell’incanto di percorsi dove l’armonia tra luce e materia effimera crea evanescenze oniriche. Della sua terra ci mostra la bellezza fragile, che richiede cura e attenzione per essere preservata.
“Sono nata a Yokohama, in Giappone, dove vivo stabilmente dal 2018. Ho studiato incisione e multimedia all’Accademia Nazionale di New York. In seguito, ho esposto e lavorato per due anni presso l’Atelier 59 Rivoli, gestito dal Comune di Parigi. L’installazione artistica “Giardino di luce”, creata per la mostra di Christian Dior, dal 2022 ha avuto diverse tappe nel mio Paese”.
Qual è stata la scintilla da cui è partita l’idea delle sculture di carta?
“Ho iniziato a costruire sculture di carta quando vivevo a New York. Andavo in chiesa per meditare e sfuggire alla città, ed è stato osservando la luce che illuminava le vetrate che mi sono ricordata del mio amore per i lavori con la carta. La città era piena di rumore. Le persone e il tempo andavano così veloci! Io avevo bisogno di uno spazio tranquillo per tornare a me stessa. Un giorno, dopo la meditazione, ho visto una luce colorata fluttuare sul pavimento. Era di una bellezza mozzafiato. Mi ha riportato a un ricordo dell’infanzia, quando tagliavo la carta nera e ci incollavo dietro del cellophane colorato per creare l’effetto macchia d’erba. Ho preso gli attrezzi e da quel momento non ho più smesso di tagliare la carta”.
La tecnica del Kirigami è nota a molti in Giappone o è riservata a pochi?
“Il Kirie (preferisco usare il termine “Kirie” piuttosto che Kirigami) è una tecnica tradizionale non solo in Giappone ma anche in Indonesia, Cina e persino in Svizzera e in alcuni paesi europei. Il Kirie è una tecnica conosciuta in Giappone, ed è generalmente piatta, ritagliata su carta nera”.
Nelle tue opere, il concetto di Yin e Yang, luce/ombra, bene/male coesistono in armonia con le parole. Puoi aiutarci a capire meglio dove troviamo Yin e Yang?
“La carta bianca esprime Yin, il materiale, e il processo di taglio: lo spazio vuoto esprime Yang, la parola invisibile. Proprio come il sole sorge dopo l’oscurità della notte e la primavera arriva dopo l’inverno, tutte le cose ruotano e si muovono in un cerchio. Possiamo vedere yin e yang in natura, vedere la luce nell’oscurità, l’oscurità nella luce, la femminilità nel maschile e la mascolinità nel femminile. Tutto proviene dalla stessa fonte”.
Che tipo di carta usi e perché solo bianca?
“A seconda del lavoro o progetto, la carta utilizzata viene selezionata in base alla sua trasparenza e durevolezza. Kami è la parola giapponese che significa Dio, divinità o spirito, ma significa anche carta. Nella religione shintoista, che è anche la religione di stato del Giappone, si crede che il dio, la divinità o lo spirito, dimorino nella carta bianca. La carta bianca è considerata quindi un materiale sacro, e viene utilizzata per la purificazione, o come segno di separazione tra il mondo umano e i luoghi dello spirito. I Kami risiedono nella natura. Abitano nel cielo, nella terra, nelle finestre e in vari oggetti come alberi secolari, grandi rocce e anche creazioni umane. Si muovono liberamente al di là del tempo, dell’universo e dei luoghi, apparendo durante gli eventi, così come nelle nostre case e nei nostri corpi. Secondo la religione shintoista, questi spiriti dimorano anche nella carta bianca. “Yaoyorozunokami” * è il termine che usiamo in giapponese per parlare degli dei infiniti. In Occidente, si riferisce agli angeli e ad altri spiriti che vivono insieme in tutto il mondo e nell’universo. Lavorando all’interno di questo contesto culturale, utilizzo il metodo tradizionale del ritaglio della carta bianca per attirare l’attenzione sul rapporto che noi esseri umani abbiamo con l’ambiente”.
So che crei anche miniature. Quante ore di lavoro per opere di tale minuzia?
“A seconda delle mie condizioni fisiche e dell’umore, dedico dalle sette alle otto ore al giorno alla produzione. Ogni volta che mi distraggo o ho difficoltà a concentrarmi, cerco di non creare, perché lo stato d’animo si riflette nel mio lavoro sotto forma di energia. La cosa più importante è di essere in uno stato mentale e fisico sano e lucido”.
I tuoi lavori vengono utilizzati anche per scenografie teatrali. Possono quindi essere di dimensioni enormi. Questo crea un’interazione con gli spettatori, che si sentono parte attiva del percorso creativo…
“Non importa quanto grande o piccola sia la creazione. Le piccole opere nel palmo della mia mano si ingrandiscono; le opere di grandi dimensioni, come le scenografie, richiedono quasi lo stesso tempo di esecuzione. Tuttavia, quest’ultime immergono effettivamente lo spettatore, dando la sensazione di essere dentro l’opera. Accade anche a me, e dopo il completamento è una grande gioia”.
Una domanda provocatoria: qual è il senso di opere in carta?
“Sebbene la carta sia un materiale economico e familiare, indispensabile nella vita quotidiana, la carta/opera d’arte può essere un vero e proprio tesoro. In quest’epoca in cui le cose vengono prodotte in grandi quantità e poi scartate, spero che il mio lavoro serva a ricordare l’importanza di usare con rispetto ciò che viene creato con il cuore e l’anima”.
Sono previsti viaggi creativi e rappresentativi anche in Italia?
“Ho in programma di organizzare una residenza d’artista e una mostra in Italia, ma preferisco non parlarne ancora!”.