Generazione Stem è nata l’11 febbraio 2023 come Community virtuale sui principali canali social Instagram, TikTok e Youtube con l’obbiettivo di avvicinare un maggior numero di ragazze a scegliere facoltà stem.
Come diceva Marie Curie, “Non ci sono donne inferiori, ma solo donne inferiormente istruite”. La formazione è la base da cui partire per raggiungere la parità di genere non solo nelle stem! Generazione Stem cerca di rendere le scienze più accessibili attraverso contenuti di divulgazione scientifica e racconti personali di ragazze che hanno già scelto percorsi stem, per far passare il messaggio che studiare fisica o ingegneria non è roba solo da maschi! Ne parliamo con con Alessandra Cravetto, founder di GenS, Generazione Stem.
I dati parlano chiaro. È sempre più complicato cercare profili STEM soprattutto tra le ragazze. A suo avviso quali le motivazioni che spingono le ragazze a scegliere percorsi umanistici e non scientifici? ci sono differenze tra nord e sud d’Italia?
“Quello che ripetiamo sempre è che non ci sono prove provate per cui le donne sono meno portate per le materie scientifiche, Anzi! Alcune ricerche sottolineano, che le studentesse che scelgono materie stem performano molto meglio dei ragazzi. Purtroppo però le ragazze oggi sono ancora vittime dei così detti pregiudizi di genere, per cui non si sentono all’altezza di percorsi scientifici e questo le porta ad essere le prime nemiche di se stesse! Gli stereotipi di genere nascono all’interno della famiglia, della scuola e della società, la dove, c’è ancora una concezione per cui la donna è colei che si deve occupare della casa, dei figli e dei genitori, le donne saranno le prime a svolgere lavori meno qualificati meno competenti con stipendi inferiori e più facilmente abbandonabili. E questa concezione della donna fulcro del lavoro domestico e del lavoro di cura, si trova al nord come al sud. Ma se un domani, una donna ingegnera guadagnerà quanto o più del marito, chi resterà a casa a badare i figli?”.
In un mondo ancora prevalentemente al maschile GenS è sicuramente un progetto di empowerment femminile di inclusione che intende abbattere gli stereotipi di genere. Quali sono i valori che guidano il vostro lavoro e gli obiettivi che vi siete prefissate?
“Andando in giro nelle scuole e parlando con le ragazze ma anche con i ragazzi, abbiamo scoperto che quello che manca è l’orientamento in generale non solo quello Stem. Tanti studenti e tante studentesse non sanno quale sia il percorso giusto per svolgere quel determinato lavoro ma soprattutto non sanno che con una laurea ad esempio in ingegneria puoi lavorare in qualsiasi ambito, anche quello della moda o della cosmesi o del food! Le facoltà stem hanno ancora oggi una reputazione che fa paura, sono considerate difficili, selettive e frequentate solo da nerd. Quello che cerchiamo di fare è far capire soprattutto alle ragazze che non è così, anzi! Per una ragazza avere le competenze giuste per rispondere alle esigenze che il mercato richiede, è l’unico modo per essere donne libere, indipendenti e protagoniste del proprio futuro”.
La sensibilizzazione alla cultura STEM e orientamento sono due tra i vostri pilastri. Come avviene la vostra attività virtuale e fisica e l’interazione con la community?
“In questi anni Generazione Stem ha creato una rete di più di 110 ragazze che collaborano con noi su tutto il territorio italiano. Sono ragazze che stanno studiando materie stem o che stanno già lavorando in questi ambiti. Generazione Stem lavora come una redazione di un giornale con una rete di redattrici, che noi chiamiamo ‘contributor’ che propongo e realizzano i contenuti social per i profili della Community e che vengono coinvolte a seconda delle skills e della territorialità, nelle attività di orientamento nelle scuole o nei progetti di comunicazione per le aziende. Tutte le ragazze che oggi collaborano attivamente con Generazione Stem sono nate come follower della Community e questo ha creato una fidelizzazione al progetto molto speciale, in più diamo loro la possibilità di testarsi anche come comunicatrici e magari prendere in considerazione la possibilità di farlo diventare un lavoro. Ci tengo a dire che per tutte le attività che le ragazze svolgono, gli viene sempre riconosciuto un compenso, questo fa parte della nostra visione di empowerment al femminile”.
Che tipo di scenario prevede nel prossimo futuro, riusciremo mai ad eguagliare e a portare la parità anche nelle materie STEM? Ha visto dei passi avanti durante il vostro operato?
“C’è un dato che fa effetto e che fa riflettere: per raggiungere la parità di genere in Italia, secondo il Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum ci vorranno circa 134 anni… Sono un’eternità! Ma non perdiamoci d’animo! Oggi l’Italia sta facendo tanto, pubblico e privati stanno mettendo a terra politiche che vanno in questa direzione ma non è abbastanza! Progetti come il nostro dovrebbero essere sostenuti di più anche dalla politica e dalle istituzioni, noi per ora abbiamo lavorato solo grazie ai privati. Dico questo perché la parità di genere non solo negli ambiti stem ma in tutti gli ambiti, non è una questione di civiltà o di “cortesia” ma è un elemento fondativo per lo sviluppo sociale ed economico di un paese. Se le donne non entreranno a far parte del mondo del lavoro, con stipendi adeguati, il sistema paese a partire dal welfare collasserà. La parità di genere è a tutti gli effetti una necessità”.
Quali i profili di ragazze STEM che collaborano con voi?
“Abbiamo tutti i tipi di profili, copriamo tutti gli ambiti stem, ci sono sicuramente più ragazze che si occupano di biologia e magari meno profili che fanno fisica, d’altronde è una questione di proporzioni. I laureati in fisica nel 2023 sono stati 2057, ovvero l’1,26% di tutti i laureati triennali, tra questi circa il 32% sono donne!”.
State portando. in giro il format “stem oriented” nelle scuole di cosa si tratta? Durante gli incontri quali sono gli aspetti che maggiormente escono fuori e quali invece le curiosità delle nuove generazioni di donne?
“Oggi l’offerta universitaria è vastissima e i ragazzi e le ragazze si lamentano di ricevere poco orientamento dalle scuole, non sanno cosa studiare per diventare quella cosa là. Spesso le ragazze pensano che con una laurea ingegneria o in matematica si può lavorare solo in aziende super tech,. Oggi le lauree stem sono ricercatissime anche in ambiti come la moda o la cosmesi. Il nostro è un format che si basa sulle testimonianze di ragazze della Community che hanno intrapreso un percorso stem e che come i ragazzi e le ragazze che si trovano davanti, hanno avuto paura, hanno fatto fatica e sono anche inciampate, ma si sono sempre rialzate e non si sono perse d’animo… e se ce l’hanno fatta loro, lo possono fare tutti e tutte!”.
Sappiamo che avete messo in scena anche un nuovo spettacolo teatrale “Quello che a scuola non ci hanno raccontato”. ci racconta questo bellissimo progetto?
“L’idea è nata proprio da una delle ragazze della Community, che attraverso qualche ricerca ha scoperto che tante delle grandi scoperte scientifiche sono state fatte da donne ma sono state attribuite a uomini! Un esempio è la storia di Rosalind Franklin i cui studi hanno portato alla scoperta della struttura del DNA a doppia elica, attribuita poi a Watson, Crick e Wilkins i quali ricevettero il Premio Nobel senza mai riconoscerle nessun ruolo. Queste donne dimenticate, vengono raccontate sul palco da giovani scienziate di oggi, facendo così riscoprire al pubblico, le straordinarie storie delle donne di scienza e aumentando nell’immaginario collettivo, la presenza femminile nella comunità scientifica. E’ un format che sta avendo molto successo ed è sempre diverso perché può cambiare a seconda di quali donne, le ragazze di Generazione Stem decidono di raccontare”.
Sogni e progetti per il futuro. Cosa la rende più fiera di GenS?
“Una sera ho ricevuto una telefonata dalla mamma di una ragazza di 17 anni. Quella mattina ero andata insieme a due delle mie ragazze di GenS a fare un’attività di orientamento nella sua scuola. La madre al telefono mi dice ‘io ti devo ringraziare… è la prima volta dopo tanti mesi che Giulia è tornata a casa entusiasta, con mille idee sul suo futuro… Aveva gli occhi che le brillavano dalla gioia… io non so che cosa le avete raccontato ma qualsiasi cosa sia, vi prego continuate a farlo’. Questo è quello che tengo nella mente e nel cuore tutte le volte che incontro persone che non capiscono cosa sia una Community, cosa siano i pregiudizi e che mi chiedono perché lo fai…”.