Gennaro Sorbino è un ballerino italiano noto per il suo talento, la sua versatilità e l’energia che porta sul palcoscenico. Formatosi in diverse discipline della danza, dal classico al contemporaneo, si è distinto per l’eleganza dei movimenti e la forte espressività corporea. Con una dedizione costante allo studio e al perfezionamento tecnico, Gennaro continua a emergere come una figura di spicco nel panorama della danza, unendo passione, professionalità e uno stile personale riconoscibile
Caro Gennaro, che piacere ritrovarti! Cominciamo come sempre dagli inizi. Come nasce la tua passione per la danza?
“Il piacere è mio! La mia passione per la danza è nata per puro caso. Mia madre decise di portarmi a una lezione perché, secondo lei, avevo il ritmo nel sangue. E siccome ero un bambino molto agile e amante dello sport, mi accompagnò a fare una lezione di prova. Al primo impatto mi dissi: Va bene, ci provo’, ma la vera passione è nata con il tempo. Ho iniziato a 11 anni e, molto sinceramente, all’inizio non ero molto legato alla danza. Preferivo fare sport, come l’atletica leggera, la ginnastica o altro. Con il tempo, però, ho scoperto la bellezza e la magia dell’arte della danza”.
Tu sei napoletano. Hai avuto timore nel mostrare interesse per la danza quando eri piccolo?
“Sinceramente no, perché fin da piccolo sono stato forte nel mantenere le mie decisioni e i miei valori. In altre città, anche al di fuori dell’Italia, è normale intraprendere questa strada, ma penso e credo che anche da noi si stia facendo sempre più spazio a questa mentalità. La maggior parte dei miei amici praticava calcio, ma sono stato fortunato a ricevere il loro supporto nella mia decisione di intraprendere questa carriera”.
Dove sono cominciati i tuoi studi?
“I miei studi sono iniziati a Quarto, dove vivevo, nella scuola privata di Enzo Correale”.
Il tuo primo ruolo interpretato e dove?
“Il mio primo ruolo, anche se ero ancora un allievo, fu in un progetto creato per dare agli studenti di alcune scuole selezionate l’opportunità di vivere un’esperienza a livello professionale, affiancati da grandi ballerini. In quel progetto ebbi l’opportunità di interpretare Espada nel balletto Don Chisciotte, al fianco di due grandi ballerini: Oleksander Stojanov e Kateryna Kukhar”.
Poi la grande svolta con il lavoro all’estero…
“Sì, ho avuto l’opportunità di partecipare a diverse summer school, tra cui l’English National Ballet di Londra, la Palucca Hochschule di Dresda, in Germania, e molte altre. All’età di 17 anni feci un’audizione tramite una summer school che si teneva a Bratislava e da lì ebbi l’opportunità di entrare a far parte della compagnia del Teatro Nazionale di Košice, in Slovacchia”.
Hai sofferto i primi tempi lontano dai tuoi affetti?
“È stata dura, specialmente a un’età così giovane… Una lingua diversa, altre abitudini, una cultura differente e la solitudine. La casa era ciò che mancava di più, non tanto per il luogo in sé, ma per il sentimento di sicurezza e affetto che solo la famiglia sa dare”.
Le tue riflessioni come italiano all’estero… tanti tuoi connazionali danzatori vivono come te da diverso tempo all’estero…
“L’Italia è sempre nel mio cuore. All’estero siamo molto apprezzati: il nostro Paese è ricco di cultura, arte e paesaggi che lo rendono unico. Sicuramente, come molti altri connazionali, è difficile tornare in Italia. Chi ha un carattere più forte riesce a restare all’estero più facilmente, ma ci sono anche quelli che decidono di rientrare subito. Chi resta a lungo fuori finisce per abituarsi, e spesso si tende a scendere a compromessi con una cultura e un modo di pensare diversi. In un lavoro come il nostro, dove bisogna essere sempre pronti a viaggiare, è fondamentale anche essere flessibili e sapersi adattare a molte situazioni e contesti diversi”.
Da alcuni anni sei Direttore del Ballo al Teatro dell’Opera di Košice, in Repubblica Ceca. Come hai affrontato questa nuova mansione, oltre a quella di danzatore, essendo molto giovane?
“È vero, sono giovane, ma ho molti amici direttori, manager e coreografi. Questo ha reso le cose più facili, perché negli anni osservandoli ho imparato molto: come muovermi, come far combaciare i vari ruoli. A volte è un po’ stancante fare entrambe le cose, ma è anche un vantaggio, perché così sei molto più coinvolto nella compagnia rispetto a un direttore esterno. Dedico molto del mio tempo libero a creare occasioni di crescita, sia per i ballerini che per la compagnia, anche dal punto di vista della visibilità e della promozione. I risultati ci sono, e sono molto grato per questa opportunità”.
Un sogno ancora non realizzato e che speri si realizzi…
“Devo essere molto sincero: al momento non ho sogni non realizzati, perché tutto quello che sognavo si è avverato… o è in fase di realizzazione”.
Progetti futuri?
“Ce ne sono tanti, ma uno dei principali è far ospitare la compagnia del teatro in altri teatri internazionali, per favorire uno scambio culturale e creare spettacoli in collaborazione con altre realtà. Questo sarebbe utile soprattutto per i ballerini, per confrontarsi con altri colleghi e prendere il meglio da ciascuno. Inoltre, ne beneficerebbero anche i teatri da un punto di vista commerciale”.
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