Adriano Pistilli: Farmaci nell’ambiente, la minaccia silenziosa dell’antibiotico-resistenza

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Adriano Pistilli, Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti e docente di Ingegneria Sanitaria Ambientale, ci guida nel complesso mondo dell’impatto ambientale dei farmaci, un tema poco conosciuto ma di crescente importanza per la salute pubblica. Pistilli è autore di numerose pubblicazioni su rifiuti, ciclo delle acque, siti contaminati e microinquinanti emergenti come PFAS e farmaci, e ha scritto due testi di riferimento: Inquinamento da PFAS. Trattamenti clinici, farmacologici e ingegneristici per contrastarlo e Trattato sull’Ecofarmcovigilanza.

Il rapporto tra farmaci e ambiente è spesso ignorato, eppure le stime più recenti indicano che entro il 2050 l’antimicrobico-resistenza potrebbe provocare fino a 10 milioni di morti all’anno. Non si tratta di un fenomeno nuovo: già nel 1956, al 4° Annual Antibiotics Symposium a Washington D.C., il dottor Henry Welch, capo del settore antibiotici della FDA, parlava della “terza era della terapia antibiotica”. La prima era aveva visto l’uso di antibiotici a spettro ridotto, come la penicillina, mentre la seconda aveva introdotto farmaci a spettro più ampio, come il Terramycin della Pfizer. La terza era, secondo Welch, sarebbe stata caratterizzata da combinazioni sinergiche di farmaci capaci di colpire anche batteri resistenti.

Dopo quella conferenza, la Pfizer lanciò il Sigmamycin, definito la prima “combinazione sinergica” capace di contrastare i germi resistenti. Tuttavia, le cause dell’antimicrobico-resistenza sono molteplici: dall’uso improprio dei farmaci da parte dei pazienti, alla prescrizione preventiva dei pediatri, fino all’uso scorretto nei Paesi in via di sviluppo. Pochi sanno che anche i depuratori contribuiscono al problema: non riuscendo a eliminare completamente i farmaci, li rilasciano nell’ambiente.

Oggi i farmaci sono considerati contaminanti emergenti. Anche a basse concentrazioni, possono avere effetti significativi sulla salute umana e sull’ecosistema. Per questo motivo è nata l’Ecofarmacovigilanza e dal 2006 la normativa europea richiede, in fase di registrazione, la valutazione del rischio ambientale dei principi attivi farmaceutici.

Come spiega Pistilli nel suo Trattato sull’Ecofarmcovigilanza (prefazioni di Fabrizio Pregliasco, Ivana Cacciatore, Lisa Marinelli e Anna Lombardo), i farmaci vengono eliminati dal corpo attraverso urina e feci, spesso ancora attivi o come metaboliti, e finiscono negli impianti di depurazione. Purtroppo, questi impianti non li rimuovono completamente: antibiotici e altri farmaci sono stati rilevati in fiumi, laghi, mari, acque sotterranee e persino nell’acqua potabile. L’uso dei fanghi di depurazione come fertilizzante nei campi contribuisce ulteriormente alla contaminazione, che può ritornare nelle acque superficiali o di falda.

La nuova Direttiva Acque Reflue prevede che gli impianti di depurazione siano adeguati con trattamenti quaternari per rimuovere i farmaci. La Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) obbliga le aziende farmaceutiche e cosmetiche a finanziare almeno l’80% dei costi. Le aziende cosmetiche possono compensare la spesa aumentando i prezzi, mentre le aziende farmaceutiche rischiano di compromettere l’accesso ai farmaci essenziali. Già a marzo, diverse aziende farmaceutiche e associazioni di categoria hanno presentato ricorso alla Corte di Giustizia dell’UE, citando il rischio economico per farmaci come Tamoxifene, Metformina, Amoxicillina e Levetiracetam.

Le stime sul costo degli adeguamenti sono molto diverse: dalla Commissione Europea (1,2 miliardi di euro), all’Agenzia Tedesca per l’Ambiente (4,4–5,1 miliardi di euro), fino a UTILITALIA e IRSA – CNR (6,1 miliardi di euro, con costi operativi annuali fino a 800 milioni). Pistilli sottolinea come l’adeguamento dei depuratori appaia quasi impossibile, così come lo sviluppo di nuovi antibiotici, assenti dagli anni ’80. La soluzione più concreta rimane, forse, lo sviluppo di vaccini contro infezioni ospedaliere, attualmente in fase sperimentale, per batteri e microrganismi come Staphylococcus aureus, Mycobacterium tuberculosis, Escherichia coli extra-intestinale, Pseudomonas aeruginosa, Candida albicans, Clostridium difficile e Streptococcus pneumoniae.

 

Chi è Adriano Pistilli

Adriano Pistilli, Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti, svolge l’attività didattica nel campo dell’Ingegneria Sanitaria Ambientale (la disciplina dell’inquinamento e del disinquinamento). Autore di numerose pubblicazioni riguardanti il ciclo dei rifiuti, il ciclo delle acque, la gestione dei siti contaminati, i microinquinanti emergenti come Farmaci e PFAS, la mutagenesi ambientale e la cancerogenesi chimica. Autore di due testi di sussidio didattico per l’editore La Valle del Tempo: “Inquinamento da PFAS. Trattamenti clinici, farmacologici e ingegneristici per contrastarlo” e “Trattato sull’Ecofarmcovigilanza”.

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