Il dolore non è un nemico, impariamo ad ascoltarlo

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di Alessandro Cerreoni

Il corpo comunica attraverso segnali che ci avvertono quando qualcosa non va. Come riconoscerli, gestirli e comprendere il loro significato, distinguendo tra cause fisiche, emotive e spirituali? Ce ne parla il dottor Antonio Gorini, un medico che ha scelto la mission professionale di mettere al centro la persona nella sua complessità e trovare la cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato

 

Cos’è il dolore?

“Il dolore è il segnale più importante che invia il nostro corpo. Senza dolore non potremmo vivere! Esiste una rara malattia genetica per cui non si sente il dolore. Voi direte: che bello! Invece, questa malattia mette in serio pericolo la vita della persona affetta. Pensate a non avere il senso del dolore quando camminate su dei vetri rotti o su delle punte o su qualcosa di molto caldo… vi tagliereste o scottereste gravemente senza accorgervene. Non ci accorgeremmo di una scheggia nell’occhio, non sentiremmo quando abbiamo un problema nei nostri visceri… un infarto cardiaco senza dolore! Potremmo fare molti esempi. Il dolore è una spia indispensabile!  Il corpo ci avvisa tramite esso di qualcosa che non va.

In base a questo stimolo cambiamo posizione quando siamo seduti a lungo o sdraiati, smettiamo di mangiare qualcosa di nocivo, ci mettiamo a riposo se un’articolazione si lamenta, andiamo a fare una visita medica se il dolore, ovunque sia, non passa nel giro di qualche giorno…

A complicare la faccenda vi è il fatto che il dolore può non originare dal corpo, ma anche solamente dalla mente, quindi essere un dolore emozionale, oppure legato alla mancanza di senso o di scopo, e, quindi, un dolore spirituale. Essendo noi un tutt’uno indivisibile, è ovvio che, se urto il mignolo sullo spigolo del comodino, il dolore “fisico” sarà immediatamente recepito anche a livello “emozionale”. Così come una forte sofferenza emotiva, ad esempio un lutto, può manifestarsi con forti dolori al petto o ai muscoli, nausea, ecc… Il dolore spirituale è quello più difficile da comprendere, soprattutto nella nostra cultura materialista. Ogni volta che ci troviamo in una situazione che non corrisponde al nostro scopo di vita, il nostro corpo ci segnala un disagio sotto forma di malessere. Sta a noi comprendere il significato del segnale. È, altresì, noto come grandi Maestri/Santi siano in grado di sopportare forti dolori poiché ne comprendono il senso profondo. Pertanto, cerchiamo di accogliere il “dolore” come un amico, un segnale che avvisa di qualcosa che non va, come le spie che abbiamo sul cruscotto della macchina.  Non dobbiamo cercare solo l’abolizione del dolore, ma capirne la causa e risolverla, quando possibile”.

Che differenza c’è tra dolore acuto e cronico?

“Il dolore acuto è quello che si manifesta improvvisamente e, spesso, in maniera violenta. Il famoso mignolo che urtiamo contro lo spigolo: causa ed effetto! Più difficile capire la causa del dolore acuto di origine viscerale, a meno che non sia la prima volta che lo avvertiamo. Il dolore acuto, trattata la causa, si risolve. Il dolore cronico, invece, è il dolore che si prolunga nel tempo. È legato a problematiche cronico degenerative come artrosi, crolli vertebrali, neoplasie in stadio avanzato, neuropatie”.

Il dolore prolungato nel tempo è sempre reale o può essere immaginario?

“Come dicevamo il dolore innesca una risposta emotiva e di stress notevole, soprattutto quando è cronico. In alcuni casi diventa difficile comprendere quanto vi sia di fisico e quanto di mentale. Il medico con la visita può in parte comprendere quanto influisca la componente fisica, ma ricordiamoci che la percezione del dolore è sempre un fatto soggettivo! Consideriamo, infatti, che alcune persone hanno una soglia del dolore molto alta, come ad esempio gli atleti agonisti, e altre hanno una soglia bassissima, per cui basta un piccolo sfregamento per sentirle urlare dal dolore. In entrambi i casi è sempre soggettiva la sensazione e l’entità del fastidio. Si usa una scala numerica da 1 a 10 per classificare l’entità soggettiva del dolore: si chiede al paziente quanto dolore avverte da 1 (poco o niente) a 10 (dolore fortissimo insopportabile). Ciò serve per capire l’andamento della terapia nel tempo. Un dolore cronico porta ad esaurimento dell’energia vitale e dei meccanismi di reazione allo stress. Ciò comporta un progressivo decadimento delle condizioni generali del malato”.

In che modo lo stress, l’alimentazione o il sonno possono influenzare il dolore?

“Il dolore cronico pregiudica spesso un buon riposo notturno e porta ad esaurimento dei meccanismi antistress. Chi si occupa di dolore cronico lo sa bene e cerca di supportare il paziente anche sotto questi aspetti.  Nello stesso tempo un sonno scarso di quantità e qualità amplifica il senso di dolore. Il sonno è fondamentale per rigenerare corpo e mente, riparare i tessuti, i sistemi di difesa, riprogrammare schemi emozionali, ecc. La gestione dello stress è un complicato insieme di fattori neuro-ormonali, che coinvolgono il sistema nervoso autonomo e l’asse ormonale in toto.

Se esauriamo il sistema di produzione ormonale, perdiamo le forze e la resistenza a qualsiasi stimolo esterno e interno: stanchezza, pressione bassa, inappetenza, irritabilità, ecc. L’alimentazione può essere molto importante per ridurre lo stato infiammatorio, che è sempre presente in questi casi. È importante scegliere alimenti non modificati dall’industria alimentare, preferendo quelli freschi e di stagione, con attenzione a non sbilanciare la dieta per evitare carenze nutrizionali. Nei casi gravi è indispensabile il supporto del nutrizionista”.

Come si sceglie la terapia per trattare un dolore e di cosa deve tenere conto?

“Oramai le persone usano in automedicazione i più comuni antinfiammatori, i cosiddetti FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e spesso ne abusano. La terapia dovrebbe sempre essere concordata con un medico per evitare sgradevoli effetti collaterali. Nella gestione del dolore come vi è una scala di gravità vi è una scala di farmaci per gravità. Per i dolori lievi si usano i comuni FANS, ma si potrebbero utilizzare anche rimedi naturali. Per il dolore medio si associano farmaci più importanti fino ad arrivare agli oppiacei nel dolore severo. Il dolore cronico severo richiede l’intervento di centri specializzati nella terapia del dolore, che utilizzano anche soluzioni invasive microchirurgiche e chirurgiche.

Nel dolore cronico sono anche molto utili l’ipnosi terapia e le tecniche di meditazione. Esiste al riguardo un’ampia letteratura scientifica. Sempre più centri, soprattutto oncologici, le stanno utilizzando con grandi risultati”.

Ci sono strade non farmacologiche che posso adottare subito per alleviare il dolore?

“Cosa si intende per subito? In caso di dolore acuto bisogna fare diagnosi e agire sulla causa. Spesso i primi rimedi sono quelli a base di FANS come già indicato.  Un dolore che non si risolva con questi farmaci o nei casi in cui questi siano controindicati, abbiamo un’ampia scelta di terapie non farmacologiche come l’agopuntura, la fitoterapia, l’omotossicologia, l’omeopatia, l’ossigeno ozono terapia, la mesoterapia antalgica, la neuralterapia, terapie di biorisonanza, ecc. Tutte queste terapie fatte da personale esperto sono molto efficaci”.

Ci sono integratori o prodotti di fitoterapia utili per il dolore che sia acuto o cronico?

“Al posto dei classici FANS io consiglio senza dubbio di utilizzare la Boswellia da sola o insieme alla Bromelina. Nei dolori osteomuscolari anche molta valida l’Uncaria Tomentosa. Con il corretto dosaggio anche la curcumina è utile nel dolore acuto e cronico. Molto efficace anche l’Artiglio del Diavolo (Harpagophytum procumbens), ma facendo attenzione a chi soffre di problemi di stomaco, per loro è sconsigliato (permesso solo in crema). L’uso delle creme per i dolori di ossa e muscoli è molto diffuso, in particolar modo è famosa tra le piante medicinali per il suo effetto antinfiammatorio l’Arnica, spesso associata all’Artiglio del Diavolo o ad altre piante. Ricordiamo che anche in omeopatia e omotossicologia l’Arnica è il rimedio per eccellenza nei traumi.

Nel dolore cronico si sta diffondendo molto l’uso della PEA (Palmitoiletanolamide). Nel dolore nevralgico non dimentichiamo mai le vitamine del gruppo B ed i fattori neurotrofici come l’acido nervonico, la citicolina, fisetina, luteolina. Nel dolore cronico dovremmo utilizzare anche antiossidanti, e ricordarci il supporto ormonale e dello stato di ansia e/o depressione e della qualità del sonno”.

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