di Mariagrazia Cucchi
Affermata penna del panorama letterario italiano, Gaia Rayneri è in tour con il suo nuovo libro, edito da Harper Collins, che si presenta come il racconto di un viaggio fuori dall’ordinario… Ma che tipo di scrittrice sente di essere e come si è evoluto nel tempo il suo percorso?
“Sono diventata una scrittrice di libri in cui condivido il mio viaggio di ricerca della felicità. Sono partita come autrice di romanzi nel 2009 con “Pulce non c’è” e “Dipende cosa intendi per cattivo”, poi la vita mi ha portato a cercare un modo di vivere che fosse più sensato e anche un po’ a tuffarmi dentro al mio dolore. A un certo punto credevo che questo fosse solo un ostacolo al mio lavoro, invece ho capito che era parte del mio viaggio: dovevo condividere con gli altri il concetto che non importa quante ce ne capitano, perché c’è sempre un modo, se scaviamo dentro di noi, di cominciare a vivere in modo diverso e far spuntare nuovamente quella felicità che credevamo di aver perso. Parallelamente sono diventata anche una scrittrice di libri per bambini, che usciranno presto, e questo mi piace tantissimo perché è pura gioia: è come prendere la bambina che vive dentro di me e portarla a giocare, a divertirsi, con l’obiettivo di far ridere quanto più possibile i miei piccoli lettori”.
Sono sempre di più coloro che decidono di partire e percorrere il cammino di Santiago, ma tu lo hai fatto in modo diverso, andando “Controcorrente”, cioè in direzione opposta, e nel tuo nuovo libro scrivi: “Cammino controcorrente ma non vado contro a niente: il tempo della lotta per me è finito e non servirebbe a nulla fare la guerra alla guerra”.
Com’è nata questa idea?
“Guarda, è stato strano perché è come se mi fosse piovuto in testa da chissà dove… Inizialmente avevo fatto il cammino di Santiago in direzione normale, ma l’ho dovuto interrompere, come racconto nel libro, perché mio padre purtroppo si è ammalato. Poi mi è arrivata questa strana sensazione una mattina mentre stavo meditando sulla spiaggia, come se qualcuno mi dicesse: ‘… fai il cammino di Santiago al contrario e scrivi un libro su cosa significa camminare controcorrente’. Così mi sono messa in cammino, ed è stato molto bello perché durante il percorso sono arrivate un’altra serie di sincronicità, segnali, coincidenze, che mi hanno poi portata ad abitare nel luogo stupendo in cui vivo ora, nel sud della Spagna, dove ho trovato la mia tribù, il ‘mio posto’ che stavo cercando da molto tempo. Percorrendo il cammino di Santiago al contrario, mi sono resa conto che è stato un po’ come quello che mi è successo nella vita: l’esigenza di occuparmi di me prima di tutto, delle mie ferite e del voler diventare una persona migliore, con tutti gli altri che vanno nella direzione che siamo abituati a ritenere l’unica possibile, l’unica normale, che ti dicono ‘guarda che stai andando dalla parte sbagliata!’… Quindi è stata una bellissima riflessione su quale sia la direzione della felicità, perché il nostro mondo va in una direzione che è quella del progresso, della ricchezza materiale, ma c’è un tipo di abbondanza che non viene presa in considerazione e che ha molto a che fare con come ci sentiamo mentre lavoriamo. Ed è stato anche un grandissimo esercizio di come essere fedele a me stessa, perché quando le persone ti dicono ‘hai sbagliato’ ovviamente c’è una parte di noi che ha piacere di sentirsi dire ‘no, stai facendo bene’ e a volte invece ce lo dobbiamo ricordare da soli, anche connettendoci a qualcos’altro che non si vede ma che ci indica la strada”.
“Controcorrente” è un libro scritto col cuore, che racconta come i sogni si possano realizzare. A tutti capita di avere intuizioni su ciò che ci farebbe bene fare, ma è qualcosa di talmente sottile che non sempre lo seguiamo.
“Io sono sicura che ci siano molte persone nel mondo che hanno già deciso di invertire la rotta, di lavorare su di sé e di includere il proprio benessere nella concezione di che cos’è la vita: questo libro si rivolge a quelle persone, che magari si sentono sbagliate e pensano di non valere abbastanza per poter agire diversamente o credono di non essere più amate se non seguono la loro vera vocazione. Ecco, io volevo condividere la mia storia e dire che invece tutto questo si può seguire e anche con successo, avendo una vita che a livello materiale funziona, quindi spero che questo mio racconto possa ispirare coloro che magari sono all’inizio di questo percorso e che così possono già sbirciare un po’ più avanti fra le pagine… e vedere come sia un cammino che può andare a finire molto, molto bene”.
… E tu, sei pronto a metterti in viaggio?


